Articolo pubblicato su
“L’IMPRENDITORE” Maggio 2010 – rivista di Piccola Industria di
Confindustria
http://mtt.postlauream.luiss.it/politiche-di-sostegno-e-sviluppo-del-turismo-in-italia/
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Nonostante la ricchezza delle
risorse naturali e l’immenso patrimonio storico, artistico e culturale del
nostro Paese, il settore turistico italiano, che rappresenta circa l’11% del
PIL nazionale, è da alcuni anni in grave difficoltà. Già nell’aprile 2008 il
Fondo Monetario Internazionale ha segnalato una riduzione delle quote italiane
di mercato nel settore, sia per numero di turisti che per spesa media dei
visitatori, rispetto ai principali Stati dell’area mediterranea; nel Travel
& Tourism Competitiveness Report 2009 predisposto dal World
Economic Forum, l’Italia, classificata al 28° posto su 133 Paesi, è
superata di molte posizioni da Francia, Spagna e Grecia. C’è da aggiungere che,
pur avendo a lungo resistito alla contrazione degli arrivi internazionali che
hanno caratterizzato negli ultimi anni gli altri comparti (primo fra tutto il
balneare), il turismo nelle città d’arte comincia, nelle ultime rilevazioni, a
mostrare segni di sofferenza, e, soprattutto, non riesce a svincolarsi dal
percorso obbligato Venezia-Firenze-Roma, che cattura circa l’80% dei flussi e
che taglia fuori completamente il Mezzogiorno. Frammentazione e nanismo delle
iniziative sono due delle principali criticità rilevate.
Le cause individuate dal FMI per
la perdita di competitività nazionale in questo ambito, infatti, sono di tipo
essenzialmente strutturale: scarsa capacità di attrazione degli investimenti
esteri e restrizioni alla proprietà straniera, basso livello di professionalità
dei dipendenti del settore, inadeguatezza delle infrastrutture ferroviarie e
portuali e mancanza di politiche governative specifiche. Accanto a tali
carenze, uno studio dell’Istituto Nazionale delle Ricerche turistiche
dell’ottobre 2009 indica tra i principali fattori che possono incidere
sfavorevolmente sul turismo in Italia anche l’inadeguatezza del sistema
informativo e dei servizi al turista, la valutazione negativa del rapporto
qualità-prezzo e la mancanza di infrastrutture turistiche. Ostacoli normativi e
burocratici sono altri fattori che incidono negativamente sul settore
turistico: in relazione alla capacità della legislazione nazionale di attrarre
imprese, secondo Doing Business 2010 della World Bank,
l’Italia è ultima tra i paesi OCSE e 78° a livello mondiale tra i 183 Paesi
esaminati.
Per favorire il rilancio del
settore, il Governo ha varato il cd. “Patto per il turismo”, con
una serie di azioni tra le quali: il rafforzamento della politica nazionale del
turismo; la promozione degli investimenti nel settore, con lo sblocco di
risorse volte soprattutto a finanziare progetti di destagionalizzazione
(turismo culturale, congressuale, religioso, enogastronomico, sportivo); il
sostegno alle imprese sotto il profilo del credito e della semplificazione
attraverso “Italia e Turismo”, un prodotto finanziario specifico per le imprese
del turismo per finanziamenti a condizioni favorevoli gestiti attraverso otto
grandi istituti di credito; l’introduzione dei “Buoni vacanze”, un contributo
alle famiglie a basso reddito, ai giovani, agli anziani e ai diversamente
abili; la promozione dell’immagine dell’Italia con più comunicazione
all’estero; la partecipazione alle grandi fiere internazionali e la
riattivazione del portale www.italia.it.
Anche nel nuovo spazio giuridico
dell’Unione europea, definito dal Trattato di Lisbona, il turismo è
riconosciuto come settore strategico per l’economia europea, grazie alla sua
elevata capacità di produrre crescita e occupazione. Nella Conferenza europea
degli stakeholders del Turismo del 15 e 16 aprile scorso a
Madrid, Antonio Tajani, Vicepresidente della Commissione europea, responsabile
della DG Imprese e industria ha indicato quattro direttrici fondamentali per le
azioni di dimensione europea a sostegno del settore: 1) stimolo alla
competitività e all’innovazione dell’industria del turismo (in questa
prospettiva il recepimento della Direttiva Servizi con il d.lgs. del 26 marzo
2010, n. 59, contribuirà alla semplificazione delle procedure e alla creazione
di un mercato interno dalle molte opportunità); 2) promozione di un turismo
sostenibile e responsabile nell’UE e nei Paesi emergenti e in via di sviluppo;
3) rafforzamento dell’immagine e della visibilità dell’Europa come insieme di
destinazioni sostenibili e di qualità, presso i cittadini europei e dei Paesi
terzi; 4) integrazione del turismo nelle politiche e negli strumenti finanziari
dell’UE.
Per questo ultimo aspetto i Fondi
Strutturali continuano, anche nel periodo 2007-2013 a orientare risorse
importanti per il turismo culturale nel Mezzogiorno. E, tuttavia, le nostre
Regioni stanno rispondendo con una certa difficoltà programmatica, che ha già
comportato tagli della quota FAS del Programma Operativo Interregionale
“Attrattori culturali, naturali e turismo”. Di qui, la necessità di intervenire
in maniera sistemica e orientata, tra le altre cose, anche e soprattutto al
coordinamento e al capacity-building delle amministrazioni territoriali e degli
operatori.
Appare dunque indispensabile un
forte impegno comune, che coinvolga e coordini le forze di enti locali,
Regioni, Stato e Unione europea, per il sostegno e lo sviluppo del turismo,
tenendo a mente che le attività e i prodotti turistici non sono
delocalizzabili: lo sviluppo turistico rimane patrimonio di quel territorio su
cui è stato generato, determinandovi condizioni stabili di sviluppo economico.
Per questo l’impegno per la formazione
di professionalità adeguate e capaci di comprendere gli scenari futuri del
turismo, che ha radici nei territori ma attrae la popolazione del mondo, è
fondamentale: sono da pochi mesi Direttore del Master LUISS in Economia
e marketing del turismo e comunicazione del territorio e penso, per la
mia piccola parte, di aver molto da lavorare.
Melina Decaro
Direttore del Master in Economia e marketing del turismo e
comunicazione del territorio LUISS Guido Carli
Direzione strategica Italia
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